La zona di produzione dello Scalogno di Romagna Igp comprende alcuni comuni in provincia di Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena; questa liliacea vanta una storia millenaria, basti pensare che era già molto utilizzata ai tempi Romani e addirittura il poeta Ovidio lo citava frequentemente nei suoi scritti, raccontandolo come un prodotto afrodisiaco. Con il passare dei secoli, l'utilizzo di Scalogno si diffonde sempre di più, diventa un prodotto molto richiesto sulle tavole aristocratiche ma anche popolari ed entra a far parte della cultura gastronomica italiana, Romagnola nello specifico. Nel 1997 viene riconosciuta la certificazione Europea Igp, grazie al legame tra territorio, prodotto e produttori stessi; circa 20 anni dopo nasce il Consorzio relativo, con lo scopo di vigilare sulla produzione e promuovere sempre più questa eccellenza.

Lo Scalogno di Romagna Igp appartiene alla famiglia delle liliacee e la sua produzione presenta un problema non da poco: non fiorendo, non mette a disposizione semi e per questo è necessario selezionare i bulbi più piccoli raccolti in precedenza e utilizzarli per la riproduzione; per questo, la produzione a larga scala di Scalogno Igp risulta non semplice.  

Questo speciale e unico Scalogno presenta una colorazione viola con sfumature bianche luminose, avvolto da una pellicola di colore rosso porpora e si differenzia da altre varietà per il suo profumo aromatico e intenso ma mai sgradevole e per il suo sapore deciso, più forte della cipolla ma più delicato e fine rispetto all'Aglio.

Verrà consegnato in retine con etichetta e bollino Igp. 

Utilizzatissimo in cucina, grazie al suo sapore deciso ma fine e gentile, viene spesso scelto come ingrediente per ragù bolognese, soffritti, insaporitore di carni bollite, brasati o arrosti; frequentemente viene conservato e servito sotto'olio, sott'aceto o in agrodolce, per aperitivi, antipasti e contorni d'alta qualità.